La vita lavorativa è lunga. Molto lunga. Ed è costellata di fasi diverse. Diverse mansioni, datori di lavoro e soprattutto diverse tipologie di contratto. Co.co.co., co.co.pro., dipendente, libero professionista. E a questo ventaglio di possibilità ne corrisponde uno ancora più ampio di fondi pensionistici obbligatori. Solo l’INPS ne ha tre diversi, in base alla tipologia di lavoratore. E poi ci sono quelle degli ordini professionali. Attualmente sono circa una sessantina.
E molte persone cambiando tipologia di contratto nel corso del tempo finiscono per versare contributi qua e là. Un avvocato magari inizia come co.co.pro, per essere poi assunto come dipendente, e infine apre la sua partita iva e versa alla cassa degli avvocati. Ed ecco che alla fine della sua vita lavorativa avrà versato i contributi in 3 gestioni diverse.
Qui sorge una domanda molto importante: come farsi riconoscere tutti i contributi versati al fine di raggiungere l’anzianità contributiva prevista dalla legge?
Visto che in Italia le cose semplici non ci piacciono, ci sono tre diverse procedure a cui si può ricorrere.
In tutti i casi, si possono sommare solo i periodi contributivi non coincidenti. In pratica ogni mese o settimana di lavoro può essere conteggiata una sola volta.
Un esempio.
Sara è una psicologa. Al 1 febbraio 2018 inizia a lavorare come dipendente presso una piccola società. Il 5 giugno apre la sua partita iva e si iscrive alla cassa dell’ordine degli psicologi (ENPAP), senza però lasciare l’altro lavoro. Le cose vanno bene e quindi al 30 settembre dà le dimissioni e continua solo con la sua professione.
Per 4 mesi Sara ha versato i contributi due volte. All’INPS, tramite il datore di lavoro, e all’ENPAP. Tuttavia per il 2018 Sarà si vedrà riconosciuti 11 mesi di contribuzione. A gennaio non ha versato nulla e quelli da giugno a settembre contano una volta sola, anche se ha versato di più.
Quei contributi però non sono del tutto persi. Non vengono presi in considerazione per l’anzianità contributiva, ma contano per determinare l’ammontare della pensione mensile.
Per il resto invece ogni sistema ha caratteristiche proprie.
Unire i contributi con la totalizzazione
Con la totalizzazione tutti i periodi contributivi maturati nelle varie gestioni confluiscono in una sola, ma per determinare l’anzianità contributiva ciascuna gestione tiene conto delle proprie regole. Quindi vengono accreditati anche i contributi figurativi ed eventuali maggiorazioni, se una delle casse coinvolte lo prevede (solo però sui periodi relativi a quella gestione).
Oltre a tutte le gestioni dell’INPS e degli ordini professionali, la totalizzazione prevede anche la possibilità di sommare i contributi versati negli altri Paesi dell’UE o in Stati che hanno accordi specifici con l’Italia.
Con questo sistema l’importo della pensione liquidata viene stabilito con il sistema contributivo sul totale dei versamenti.
Tuttavia, nel caso un lavoratore abbia iniziato a versare i contributi prima del 1 gennaio 1996 e abbia raggiunto in una singola gestione i requisiti minimi per la pensione (anche senza l’unificazione), può richiedere di applicare un calcolo retributivo o misto.
La totalizzazione può essere richiesta gratuitamente.
Il cumulo dei contributi per la pensione
Il cumulo dei contributi è simile alla totalizzazione. Per il conteggio dell’anzianità contributiva valgono le stesse regole.
Ma il calcolo dell’importo avviene sempre pro-quota. Ovvero ogni gestione calcola la propria parte della pensione secondo le proprie regole e alla fine questi “pezzetti” vengono sommati.
Il cumulo risulta vantaggioso per molti soggetti, che possono così godere di un sistema di calcolo più conveniente per una parte della loro pensione. Con la totalizzazione invece sarebbe riportato tutto al sistema contributivo.
Come la totalizzazione, è gratuito.
La ricongiunzione dei contributi pensionistici
La ricongiunzione è l’unico sistema di unificazione a pagamento. E non è accessibile a chi ha versato contributi alla gestione separata INPS.
Usando questo metodo, i contributi sono unificati in un solo fondo (come negli altri casi) e da quel momento vengono considerati come se fossero sempre stati versati nel fondo in cui sono stati unificati. Quindi l calcolo dell’importo della pensione verrà fatto seguendo esclusivamente le regole di quella gestione.
Per questo, nonostante sia a pagamento, per alcune persone è una buona opzione. Se il sistema di calcolo del fondo che erogherà la pensione è più conveniente rispetto agli altri da cui provengono i contributi, c’è un evidente vantaggio economico nella ricongiunzione.
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Il sistema migliore per sommare i contributi da diverse gestioni?
Non esiste. Dipende dalla situazione personale di ognuno. E la scelta è libera, fintanto che si rispettano i requisiti per accedervi.
Ultima cosa: l’unificazione dei contributi viene fatta alla fine della vita lavorativa e il fondo di destinazione è quello che si utilizza in quel momento.
Quindi se sei giovane e hai molti anni di lavoro davanti a te non perderci il sonno per ora. Ti basti sapere che se hai cambiato tipologia di lavoro o se lo farai in futuro i tuoi contributi saranno al sicuro.
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